L’amministrazione della trasparenza scivola sul Piano Anticorruzione. A denunciarlo, con una nota inviata a Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità Garante Anticorruzione, i consiglieri Giuseppe Santalco (capogruppo Felice per Messina) ePaolo David (capogruppo PD), che chiedono “l’avvio dell’attività istruttoria volta ad individuare i motivi per cui il Comune di Messina non ha approvato quanto previsto, con accesso ispettivo da parte degli organi di polizia amministrativa o di organi con funzioni ispettive”.

In particolare non sarebbero stati rispettati i termini di scadenza per l’approvazione del Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione. All’appello manca anche la Scheda standard per la redazione della Relazione prevista dalla normativa e dal Piano Nazionale Anticorruzione.

Secondo Santalco e David, la responsabilità sarebbe da addebitare ad Antonio Le Donne, segretario generale e direttore generale.

“Ci troviamo innanzi a un clamoroso rallentamento nell’applicazione di norme su cui dovrebbe essere alta la sensibilità generale e puntuale da parte dell’Amministrazione Comunale e in particolare del responsabile dell’anticorruzione.

Il mancato rispetto del termine, fissato al 31 dicembre 2014, la dice lunga sulla mancanza di tempestività della giunta. A deludere è in particolare il dottor Le Donne, che nonostante la sua esperienza ancora non ha dimostrato di essere in grado di governare la macchina amministrativa, tecnica e dirigenziale del Comune e che inoltre, a causa del doppio ruolo, è costretto a guardare sia al Consiglio che alla Giunta”.

A Le Donne si rimprovera anche di non garantire “un’impronta decisa nel rapporto con l’impianto burocratico dell’Ente, dove si registrano strappi e smagliature, come dimostrano le continue mancanze dei dirigenti comunali che troppo spesso non danno le dovute risposte come segnalato di recente dai Revisori dei Conti“.

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