GIUSEPPE SANTALCO ritiene che sia piuttosto complesso il discorso sulle Consulte. Sul tema il suo pensiero è una via di mezzo tra il pensiero della collega Scuderi e quello del collega Trischitta.

Le Consulte vanno bene e danno un contributo oggettivo alla programmazione di un’Amministrazione quando non diventano lobby o quando non diventano un insieme di cooperative o di portatori di interessi, che hanno tutto l’interesse a far veicolare gli interventi dell’Amministrazione e quindi le politiche sociali verso il settore in cui sono presenti.

Ciò non significa che non sia importante il lavoro della Consulta, lavoro importante di approfondimento di tutte le tematiche, capace di fornire un contributo, a volte oggettivo a volte un po’ meno, rispetto alla programmazione di un’Amministrazione.

In un sistema democratico non ha paura delle Consulte, perché un’Amministrazione che abbia al proprio interno le capacità tecniche e professionali, valuta con attenzione i suggerimenti che vengono dalla Consulta, né si può negare ad una parte della società civile impegnata giornalmente nel mondo del volontariato, di poter dare un contributo di natura programmatoria all’attività dell’ente.

Voterà pertanto favorevolmente l’emendamento, per un motivo: innanzitutto per evitare di ingenerare nei confronti delle forze di centro-destra presenti in Consiglio una strumentalizzazione da parte di coloro che al momento difendono la Consulta; sono per la Consulta nei termini di una partecipazione attiva ad una programmazione dell’ente, con i limiti che deve avere il lavoro di un tale organismo, limiti che qui riscontra.

Il parere che si richiede alla Consulta è un parere non vincolante, che rientra in un procedimento amministrativo di un’Amministrazione che vuole “sentire” la propria base sociale. La Consulta rappresenta infatti tutto lo spaccato, nel caso specifico, della società civile messinese, del sociale e quindi mondo del volontariato, mondo delle cooperative, delle cooperative sociali, ed è bene che la Consulta sia anche un momento di equilibrio tra il mondo delle cooperative, che magari ha un interesse particolare, e il mondo del volontariato che rappresenta un altro interesse. Il suo voto sarà favorevole perché ritiene che nell’attività di programmazione, vada ascoltato quanto ha da dire la Consulta per poi approfondire e decidere se tenere o meno conto delle indicazioni fornite, perché alla fine è la “gestione amministrativa” che è chiamata a realizzare la programmazione che si è data!