GIUSEPPE SANTALCO precisa che questa delibera purtroppo è nata male ed è stata priva di un supporto politico da parte dell’Amministrazione che ha lasciato il compito di assicurare un supporto tecnico solo al dirigente, il quale giustamente ha una visione unilaterale. Quest’Aula ha invece l’obbligo di guardare agli aspetti generali della cittadinanza, ma in tal senso non si è avuta la sensazione di una presenza politica dell’Amministrazione che si facesse carico di recepire le istanze dei cittadini.
Su alcuni aspetti erano state fatte semplici richieste che, se accolte, non avrebbero determinato alcun danno all’erario ma avrebbero avuto la valenza politica di una risposta ai cittadini e si è discusso a lungo anche sulla questione dei 30 giorni tentando di trovare un compromesso tecnico.
Il suo voto sarà di astensione perché oggi non sono presenti né il vicesindaco né l’assessore e non hanno dato alcuna collaborazione. In questo momento la città soffre e comunque non si chiedeva certo di ridurre le tariffe, ma di venire incontro a determinate esigenze anche di risparmio economico.
L’Amministrazione ha capito l’aria che tira? Ha interesse a che questa delibera non passi per ragioni di natura politica? Fa presente che collaborare non significa consociativismo, ma tenere in debita considerazione le istanze provenienti dai vari gruppi e, posto che a suo avviso il termine del 30 aprile non è perentorio, chiede all’Amministrazione di assumersi la responsabilità politica di rivedere l’atto presentato. La sua è quindi una dichiarazione di voto condizionata.
GIUSEPPE SANTALCO confessa qualche difficoltà ad intervenire perché ha avuto fiducia nell’Eller tecnico ritenendo, in un dato momento, che potesse dare una mano d’aiuto all’Amministrazione. Evidentemente non conosceva l’Eller uomo, l’Eller “a tutto tondo” che per il piacere di manifestare le sue giuste aspirazioni corre il rischio di far saltare il tavolo, dimenticando che il suo ruolo qui non è quello dell’affabulatore o del filosofo, ma di salvare le finanze del Comune offrendo la sua esperienza. L’assessore Eller si avventura in sentieri tortuosi che non gli competono e, rilevato che poc’anzi ha citato solo una parte del post, non considera il fatto che le parole sono pietre e l’incapacità dei social network di interpretare appieno il pensiero di chi scrive.
L’assessore candidamente ha detto che non voleva pensare male: tutti hanno equivocato allora le sue parole? Il fatto è che sono “bruciati” perché hanno già subito da questa Amministrazione un signor Ciacci, che è venuto a fare la lezioncina ed ha lasciato in eredità sette milioni di debiti di MessinAmbiente nel consuntivo del 2014, e ciò nonostante essa continua con l’esterofilia. E la sensazione è che l’assessore abbia voluto mandare messaggi subliminali col suo post, ma a chi? Ai revisori dei conti, ai consiglieri comunali? Se avesse sentito l’odore di mafia di qualcuno avrebbe dovuto solo denunciarlo alla Procura della Repubblica, perché altrimenti le sue sarebbero rimaste parole al vento. Se poi s’intende per mafia la “cattiva amministrazione”, all’assessore basterebbe guardare dentro la sua Giunta, che sta disamministrando e determinando gli effetti che, poi, alimentano la mafia.
La città tutta non può essere indistintamente accumunata in un olezzo mafioso, non si utilizzi lo stereotipo del mafioso per giustificare mancanze e ritardi. Questa è l’Aula che ha conferito la cittadinanza onoraria al dottore Di Matteo, che ha messo in campo attività esterne per dare alla città precisi segnali contro la mafia, un cancro che c’è, ma che non può essere generalizzato. Come messinesi si sentono offesi fino in fondo perché in Giunta ed in Consiglio l’assessore ha di fronte persone oneste e laboriose; persone che la mafia l’hanno combattuta in tutti i ruoli che hanno rivestito. Non ci stanno a questo gioco al massacro!
Ufficialmente, a nome suo e della Giunta, l’assessore scriva una lettera di scuse, sostenendo pure che il suo pensiero sarà stato interpretato male, con cui affermare che i messinesi non sono mafiosi. Certo, in alcune zone della città, purtroppo, bisogna lavorare ancora per estirpare la mafia, bisogna lavorare sui giovani; ma a questi quale rispetto potranno mai mostrare se non riescono a garantire neanche la mensa?
Non voterà più, come già ha dimostrato nella votazione del regolamento TARI, atti che giungano all’attenzione del Consiglio all’ultimo momento utile. E se non gli spetta stabilire se all’assessore Eller debba essere ritirata la delega, anzi a suo avviso dovrebbe continuare a svolgere le sue funzioni, ma solo in materia di bilancio, lo invita però a chiedere scusa ed a dedicare il suo tempo a dare una mano d’aiuto, senza cedere ad un desiderio di socialità e di esternazione che potrebbe portarlo fuori strada. Dia una mano d’aiuto al Consiglio nell’approvare gli atti e ad evitare il braccio di ferro che potrebbe crearsi tra Amministrazione ed organo di controllo. È questo Consiglio che ha “riavviato” la macchina grazie al collega Abbate, presidente della I commissione, che ha creato le condizioni per individuare un percorso comune, come l’Amministrazione non aveva fatto perché era venuto meno nel frattempo chi fosse in grado di tenere i fili del dialogo tra Giunta, revisori dei conti e Consiglio stesso. Crede nella buona fede dell’assessore Eller, ma è giunto il momento per lui di fare chiarezza.