GIUSEPPE SANTALCO dichiara di non essere particolarmente soddisfatto e ritiene che il Consiglio, prima di votare, abbia la necessità di leggere la relazione del collegio dei revisori perché forse in modo semplicistico si vuole far passare un dato e cioè che il famoso verbale del 2014 probabilmente ha una ricaduta non soltanto sui consuntivi approvati da questo Comune. Pertanto, quanto dirà il collegio non sarà cosa di poco conto. Deve evidenziare una visione particolare delle norme che regolano i bilanci, manifestando dei dubbi sul fatto che un verbale possa modificare un conto consuntivo già approvato, passando da 300 mila euro di debiti a 12 milioni di perdite di bilancio. In sostanza, si è fatto un nuovo consuntivo per come si voleva che fosse. Dal punto di vista contabile nutre dei dubbi ed il dubbio è legittimo soprattutto quando nella delibera si leggono le criticità dallo stesso collegio dei revisori evidenziate. Infine, c’è quella nota che, come ha già detto, non intende votare perché non gli sembra per niente pertinente inserirla nel deliberato. Di fatto, la Giunta non ha mai posto in essere un atto di approvazione, limitandosi invece a proporre al Consiglio un atto di indirizzo. Personalmente, si sente vacillare perché improvvisamente scompaiono in questo Ente vent’anni di esperienza amministrativa ed ecco perché chiede formalmente se vi sia la firma di legittimità dell’atto del segretario generale. Comprende le esigenze dell’Amministrazione ma qui improvvisamente si ferma la macchina del tempo e scompaiono non sa quanti bilanci: di fatto, l’ATM parte dal 2012 e tutto quello che ha fatto prima non si considera più! Si rimette al presidente ed all’assessore per le valutazioni del caso ma se le cose resteranno così non potrà dare il suo voto. (Entra in Aula l’assessore Cacciola)
GIUSEPPE SANTALCO, intervenendo anche a nome del suo gruppo e rivolgendosi al segretario generale, e preliminarmente rivolgendosi per inciso alla collega Fenech alla quale augura di svolgere in futuro anche un ruolo di amministrazione, fa presente che nella vita non bisognerebbe mai votare in maniera acritica, come a volte fa la collega, cosa che anche apprezza perché la collega lo fa in una maniera fideistica, ma lo fa senza entrare nel merito delle delibere! Che la collega legga e approfondisca i dubbi espressi dai consiglieri comunali, in quanto a volte si corrono dei rischi e quando arrivano “tegola in testa”, e al sottoscritto, senza esito, ne sono arrivate sei, si rimane sempre soli con se stessi, con gli avvocati e con le diverse problematiche. Ciò detto, e rivolgendosi comunque al vicesindaco, all’ATM ed al segretario generale, chiede se un verbale possa diventare quasi un atto deliberativo di indirizzo. Tranne che non si sbagli o non sia citato, il verbale dell’11 giugno 2014, che è la base da cui si parte per la rimodulazione e che viene citato sia nella delibera di Giunta sia nella proposta di deliberazione del Consiglio, non è stato mai approvato dalla Giunta comunale, per cui quel verbale, a firma solo del vicesindaco, del commissario, del direttore, dei funzionari, non ha avuto la sacralità di un atto di Giunta. Ebbene, solo un atto di Giunta può dare un atto di indirizzo così forte e non un mero verbale, tranne che non vi sia una delibera di approvazione che però non riscontra nella proposta in discussione! Forse quella delibera non è stata citata o richiamata, ma ritiene che questo elemento potrebbe inficiare l’intera procedura. Non si tratta solo della furbata di parlare di ”adozione del potere di indirizzo”! Va infatti aggiunto che il verbale non ha il crisma dell’ufficialitàa della coralità della Giunta, trattandosi solo di un atto di un vicesindaco che non può impegnare né la Giunta né a fortiori il Consiglio comunale se non è avallato dalla Giunta. Da là nasce infatti tutto il percorso, proprio da quel verbale, per cui se la delibera arriva in votazione, si asterrà unitamente al suo gruppo per questo motivo, in quanto non ha ricevuto alcuna risposta ai dubbi evidenziati. Ritiene pertanto che dal punto di vista della trasparenza degli atti, il loro voto non possa che essere di astensione. Chiede infine che l’atto sia accompagnato dal parere del segretario generale.